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Deontologia professionale: che cos’è? Quando nasce il suo codice?

deontologia professionale

Deontologia è un termine che deriva dal greco e unisce la parola deon e loghia e letteralmente significa studio del dovere, ovvero lo studio in termini pratici e filosofici delle azioni che devono essere compiute in quanto doverose e della loro consecutiva codificazione.

Il termine deontologia professionale

Il termine deontologia è analizzato per la prima volta nell’opera kantiana della Ragion pratica, ma in realtà fu Jeremy Bentham a usarlo nel suo libro Deontology or the science of morality del 1834 e a spiegare con questo termine la sua dottrina utilitaristica dei doveri.

La parola “etica” che fa parte della lingua italiana è tradotta in inglese con deontology, ovvero deontologia oppure con professional deontology, che si traduce a sua volta con deontologia professionale, termine usato per definire l’insieme delle norme di comportamento, non facenti parte della giurisprudenza, che disciplinano la pratica di una determinata professione lavorativa.

Le norme etiche sono imprescindibili per coloro che svolgono una professione e i quali hanno dei doveri che sono poi quelli espressamente descritti dal concetto di etica autonoma di Kant: la deontologia professionale è una legge di sé in se stessa che non può essere condizionata da alcun agente esterno. Occorre precisare, infine, che mentre la deontologia professionale raggruppa delle norme codificate che stabiliscono dei doveri il quale rispetto è assicurato da precise sanzioni, l’etica ha più un carattere morale.

Quest’ ultima non fissa specifici doveri e non prevede l’applicazione di alcuna sanzione per i professionisti che non operano secondo i suoi dettami, ma esclusivamente la sottoposizione a un potenziale giudizio morale.

Cos’è la deontologia professionale?

La deontologia professionale è l’insieme delle norme comportamentali di una precisa categoria professionale. Gli esercizi regolati dalla deontologia professionale emergono per specifiche e particolari caratteristiche sociali, alcune di queste categorie sono medici, avvocati, giornalisti, psicologi, ecc… Si tratta di professionisti tenuti a seguire e rispettare in maniera rigida un preciso codice comportamentale interno e si prefissa l’obiettivo di non danneggiare la salute o la dignità di un individuo che è diventato oggetto del loro lavoro.

I professionisti che operano in particolari settori sono tenuti a rispettare norme comportamentali fondamentali per tutelare le persone, la loro dignità, la riservatezza e soprattutto nel caso di professioni sanitarie, la salute stessa.
Nel caso in cui un professionista non rispettasse la deontologia professionale, si ritroverebbe indirettamente a danneggiare l’intero ordine degli esercenti quel lavoro. Un professionista che non segue delle regole comportamentali etiche fa sì che l’ordine al quale appartiene risulti meno credibile agli occhi del pubblico, generando un problema noto come del free rider. È per salvaguardare l’immagine di queste figure che gli ordini professionali hanno strutturato un preciso codice deontologico, il quale è salvaguardato attraverso l’esercizio di poteri disciplinari attribuiti ad alcuni di essi.

Quando nasce il codice deontologico

Con il tempo gli ordini professionali hanno sentito sempre più prepotentemente l’esigenza di fissare delle regole inserendole in un codice deontologico professionale interno. Occorre precisare che le regole facenti parte dei codici deontologici professionali sono soft-law, ovvero non inserite nel complesso delle fonti del diritto nel senso di norme emanate dal potere politico. Sono prodotte invece da soggetti interni agli ordini, su base elettiva e rappresentano solo una specifica categoria di professionisti.

Nel caso degli infermieri, ad esempio, il primo codice deontologico nasce il 15 febbraio 1959, in grado di stabilire le direttive etiche in base alle quali operano coloro che appartengono a questa professione. Il primo codice deontologico delle infermiere italiane nacque nel 1960 e rappresentò un enorme traguardo nella realizzazione dell’identità di coloro che operavano in ambito sanitario. Fu poi rivisto qualche tempo dopo, quando si rese necessario eliminare riferimenti antiquati e più in linea con la nuova leva infermieristica.
Un altro esempio è quello che riguarda l’attuale codice deontologico degli avvocati che nasce il 31 gennaio 2014 per sostituire quello precedente, il quale prevede che il professionista sia ligio ai doveri di fedeltà, diligenza, riservatezza, segretezza, ecc.
Come tutti i codici deontologici professionali, anch’esso fissa delle sanzioni nel caso in cui il professionista lo violi e che saranno applicate dall’apposito organo disciplinare interno all’ordine.

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