La liturgia cristiana cattolica prevede molti oggetti, necessari per lo svolgimento della messa. Tra questi c’è sicuramente il calice della comunione, che viene conservato nel Tabernacolo e che contiene le particole consacrate, da distribuire poi ai cattolici durante il momento dedicato.
Questo calice si chiama pisside ed è realizzato solitamente in oro o in argento, anche se ne esistono varianti in legno o in ceramica. In latino, il termine “calix” identifica qualsiasi bicchiere; nella traduzione alla lingua italiana è stato poi tradotto in calice quello riferito alla Comunione anche se, in realtà, si può trattare di qualunque bicchiere.
La storia del calice della comunione
Il momento più importante della messa, per un cristiano, è sicuramente quello dell’eucarestia. Qui, il pane della vita e il calice della salvezza si offrono a tutti i fedeli: loro possono quindi comunicare con Dio e rendergli grazie. Il calice è quindi simbolo di Comunione e di obbedienza a Gesù: bevendo dal calice, si accetta lo Spirito Santo e la presenza di Dio nella vita.
Fin dai primi tempi del Cristianesimo, il calice era usato per consacrare il vino durante la liturgia, simbolo del sangue di cristo. Le messe si svolgevano a quei tempi in case private per cui, almeno inizialmente, il calice della comunione non era sicuramente fatto da materiali preziosi come oggi ma era un oggetto domestico, umile. Oggi, invece, si preferisce averlo d’oro o d’argento e, soprattutto, la parte interna si preferisce che sia di un materiale nobile.
La pisside: cos’è e chi può usarla
La pisside è il contenitore in cui, durante la messa, sono riposte le particole. Solitamente ha la forma di un calice e ha un coperchio, per custodire le ostie nel Tabernacolo. La pisside e le ampolline con acqua e vino vengono portate all’altare durante il rito. Le misure del calice variano a seconda del modello, ma si va da un minimo di 16 a un massimo di 28 centimetri. Solitamente ha un piede molto decorato fino alla coppia, più liscia.
Secondo il Ministro dell’esposizione della Santissima Eucarestia, la pisside può essere toccata, presa dal Tabernacolo e ivi riposta solo dal sacerdote e dal diacono. In casi eccezionali, come per un legittimo impedimento degli stessi, possono toccare la pisside e distribuire le particole anche dei fedeli opportunamente designati.