Aristoteles è uno dei personaggi più conosciuti dagli italiani e presenti nel film “L’allenatore nel pallone”, con Lino Banfi, protagonista nel ruolo del tecnico Oronzo Canà.
L’attore che interpreta Aristoteles si chiama Urs Althaus che nella vita lavora nel campo imprenditoriale. Scopriamo insieme qual è la storia di questo personaggio cinematografico.
Chi era Aristoteles Longobarda?
Aristoteles era l’inesistente campione brasiliano chiamato a dare una mano alla disastrata squadra Longobarda allenata da Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi nel film “L’allenatore nel pallone”.
Aristoteles, il nome del calciatore di colore, faceva parte di uno schema di gioco 5 a 5 di Canà, ma che in realtà si chiama Urs Althaus. Nasce in Svizzera da padre di questa nazionalità, che non conobbe mai e madre nigeriana. La sua storia è raccontata all’interno del libro “Io Aristoteles, il negro svizzero”, la cui trama sembra quella di un film.
Il percorso di professionista del calcio purtroppo si ferma presto, dopo le prime esperienze giovanili nel Basilea e poi tra le riserve del Zurigo. Un incidente a un braccio gli arrestò bruscamente la carriera. Ciò nonostante, fu l’inizio della sua seconda vita, probabilmente la più fortunata che potesse desiderare, piena di successi ma anche di delusioni.
La carriera
Aristoteles fu uno tra i primi modelli di colore a posare e poi campione del calcio per Lino Banfi, il tutto mentre si avviava verso la carriera come attore. Urs ebbe fin da subito una certa propensione per gli affari, tanto da fondare due imprese nell’ambito della moda: la Xtazy e successivamente la Gary Gatys (che prese il nome dal suo socio).
Il sogno di divenire attore di prima fascia, dopo l’esordio con la Cavani svanì presto per via del fallimento del Banco Ambrosiano che in quel periodo finanziava un film di Lina Werrmuller, che Urs avrebbe dovuto interpretare.
Di seguito si dedicò ai ruoli secondari in produzioni di serie B e C, i cosiddetti “film cult” come “Lo squartatore di New York”, “Arrapaho” e “I predatori dell’anno Omega”. Nel 1984 la conoscenza del produttore Sergio Martino, fu una manna dal cielo, dal momento che lo inserì nel cast di “L’allenatore nel pallone”, da lui diretto.
Althaus per il pubblico italiano sarà per sempre Aristoteles, calciatore brasiliano dai colpi fini e dal carattere buono ma allo stesso tempo ingenuo. Il film negli anni è diventato un culto anche per le molteplici comparse di veri campioni come: Pruzzo, Graziani, Zico e l’indimenticabile mister Liedholm.
Nonostante i primi esordi come attore, che sembrano anche avergli dato una certa notorietà, prosegue la carriera come modello diventando il primo uomo di colore a posare per GQ. Il resto della sua carriera sarà una storia ricca di eccessi e sfide: con atti di razzismo, passerelle tra cui il red carpet, donne, episodi di droga e alcool, speranze e tante delusioni.
Senza mai allontanarsi dal mondo degli affari, dalla voglia di fare cinema e TV, riesce a ritagliarsi un ruolo nel prestigioso film “Il nome della Rosa”, un capolavoro tratto dal bestseller di Umberto Eco che vede come protagonisti indiscussi Sean Connery e Christian Slater. Poi ritrova Lino Banfi in TV con la celebre serie di “Un medico in famiglia” e al cinema con “L’allenatore nel pallone 2” nel 2008 mentre lavora anche in altre fiction.