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Isabella Noventa: ecco quello che sappiamo

omicidio

Isabella Noventa era una segretaria 55enne che risiedeva ad Albignasego (provincia di Padova). Dopo la sua scomparsa, nel gennaio 2016, iniziarono le indagini. Il caso giudiziario ha fatto il suo percorso fino alla Cassazione, che ha confermato le condanne. Il corpo di Isabella non è mai stato ritrovato. Recentemente, il fidanzato della vittima e sua sorella hanno rilasciato nuove dichiarazioni.

La scomparsa, le indagini e il corpo

Isabella Noventa scomparve nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Venne diffuso un video che pareva la riprendesse in centro a Padova, in realtà la donna in questione era Manuela Cacco, poi condannata per complicità, che aveva indossato un cappotto della vittima e si era fatta riprendere dalle telecamere di sorveglianza, per inscenare la fuga della Noventa e depistare le indagini.

Dopo settimane in cui si portarono avanti le ricerche, ricerche che subirono dei ritardi, gli inquirenti erano arrivati alla conclusione che la segretaria fosse stata uccisa.

Il corpo non è mai stato ritrovato. La donna venne assassinata a Noventa Padovana, nella cucina dell’abitazione dall’allora fidanzato di lei, Freddy Sorgato, da quest’ultimo e da sua sorella i quali hanno detto che il cadavere era stato gettato nel fiume Brenta.

Durante le ricerche nel fiume, un sub delle forze dell’ordine ha perso la vita. Dopo il delitto, il corpo sarebbe stato coperto da un sacco per l’immondizia. Sorgato aveva affermato che la cinquantacinquenne fosse deceduta per errore durante un gioco erotico.

I tre gradi di giudizio e le condanne

Gli investigatori hanno concluso che quello di Isabella Noventa è stato un caso di omicidio. I fratelli Sorgato hanno ucciso la donna e c’è una terza persona coinvolta, la tabaccaia Manuela Cacco, l’amante di Freddy, che ha contribuito a depistare le indagini “impersonando” Isabella e facendosi riprendere dalle telecamere di sorveglianza in centro, a Padova.

Il primo grado di giudizio ha visto condannare a 30 anni Freddy e Debora Sorgato e a 16 anni Manuela Cacco. La sentenza in secondo grado, emessa dalla Corte d’assise d’appello di Venezia il 9 ottobre 2018, ha confermato le condanne, conferma avvenuta anche in terzo grado: il 18 novembre 2020 la Corte di Cassazione le ha rese definitive.

La ricostruzione dell’omicidio è la seguente: Isabella è stata colpita da un colpo di mazzetta sul volto e sulla testa. Il delitto è avvenuto a Noventa Padovana, nella cucina dell’abitazione di Freddy Sorgato, dove Isabella, che era stata in pizzeria col compagno, sarebbe stata attirata con la scusa di un malessere di lui. Il delitto sarebbe stato premeditato.

Le recenti dichiarazioni di Freddy e Debora Sorgato

Dopo mesi dalle condanne in Cassazione, Freddy Sorgato ha rilasciato delle dichiarazioni che potrebbero portare a delle revisioni del ruolo della Cacco nell’omicidio Noventa.

Sorgato, nel corso del nuovo processo per violazione del Testo unico delle leggi in materia di pubblica sicurezza (l’accusa a lui rivolta è di non aver denunciato la detenzione di armi da fuoco e cartucce), ha affermato che le pistole gliele avrebbe portate Manuela Cacco, cinque/sei giorni prima che avvenissero gli arresti. La donna avrebbe avuto timore che le armi potessero venire scoperte durante una perquisizione.

Durante l’udienza, svoltasi il 17 giugno 2021, è intervenuta anche Debora Sgorgato, che ha difeso il fratello, dicendo che lui non sapeva nulla delle armi. Nemmeno lei, secondo le sue parole, era a conoscenza di quanto c’era nella scatola portata Da Manuela Cacco: “l’ho scoperto cercando di metterla sotto un armadio quando sono cadute le pistole.

E per tutelare mio figlio minorenne ho chiesto a Giuseppe Verde di tenerle da lui. In realtà è stato proprio lui a dirmi di portargliele”.

 

 

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