
Quando troppi turisti rovinano il sogno
Nel cuore del Mediterraneo, tra Malta e Gozo, si trova una piccola isola che un tempo sembrava uscita da una fiaba: Comino. Famosa per le sue acque cristalline, le scogliere spettacolari e la leggendaria Blue Lagoon, Comino era considerata un rifugio per pochi amanti della natura. Un angolo di mondo dove il tempo sembrava essersi fermato. Ma non è più così.
Un’isola da cartolina diventata una trappola affollata
Oggi, Comino è letteralmente soffocata dal turismo di massa. Ogni giorno, soprattutto d’estate, migliaia di turisti sbarcano sull’isola a bordo di traghetti, yacht, barconi organizzati. La Blue Lagoon, un tempo incantevole, è diventata una piscina pubblica senza regole. Ombrelloni ovunque, casse bluetooth a tutto volume, selfie-stick come lance tra la folla. Quello che era un paradiso, ora sembra una giungla.
Comino e la Blue Lagoon: dal sogno alla saturazione
I social media hanno avuto un ruolo fondamentale in questa trasformazione. Le foto patinate della Blue Lagoon sono diventate virali, portando milioni di persone a voler vivere – e condividere – la stessa esperienza. Ma la bellezza fragile di Comino non è stata progettata per accogliere questo tipo di turismo, e ora ne paga le conseguenze.
Comino, l’isola del silenzio (che fu)
Geografia, storia e fascino naturale di un luogo unico
Comino è la più piccola delle isole principali dell’arcipelago maltese, con una superficie di appena 3,5 chilometri quadrati. Il suo nome deriva dal “cumino”, erba aromatica che cresce spontanea tra le rocce. L’isola è stata abitata sin dai tempi dei Romani, utilizzata come rifugio dai pirati, come avamposto militare e persino come lazzaretto. Ma la sua vera essenza è sempre stata quella di rifugio naturale, selvaggio e incontaminato.
Pochi abitanti, nessuna macchina, solo mare cristallino
Ancora oggi, Comino conta meno di dieci residenti permanenti. Non ci sono strade asfaltate né automobili. L’unico albergo, chiuso per gran parte dell’anno, è circondato da sentieri sterrati, calette solitarie e mare turchese. Una perla rara in un Mediterraneo sempre più urbanizzato. Questo silenzio, però, viene brutalmente spezzato ogni mattina d’estate, quando le barche dei turisti iniziano ad attraccare in massa.
L’arrivo del turismo di massa
Barche, musica, selfie e resse: il nuovo volto dell’isola
Negli ultimi dieci anni, Comino è diventata una delle mete più gettonate dai tour operator maltesi. La facilità di accesso, il basso costo dei biglietti e la pubblicità virale sui social hanno attirato una folla sempre più grande. Oggi, in alta stagione, arrivano fino a 6.000 persone al giorno. Il piccolo molo diventa un imbuto umano, e la spiaggia della Blue Lagoon – che in realtà è una stretta striscia di sabbia – si trasforma in un’area picnic sovraffollata.
Le barche ormeggiate in rada a volte sono così tante che il mare non si vede più. La musica ad alto volume, le grigliate improvvisate, il consumo incontrollato di alcol e i rifiuti lasciati ovunque hanno radicalmente cambiato l’esperienza di chi visita l’isola.
L’economia locale travolta dal successo social
Il boom turistico ha ovviamente avuto ricadute economiche: i traghetti fanno affari d’oro, i bar ambulanti guadagnano in un giorno quanto in un mese, e alcuni residenti affittano spazi o terreni. Ma questo guadagno a breve termine ha un costo enorme sul piano ecologico e culturale. La bellezza di Comino è stata monetizzata senza protezione, e il rischio ora è che si perda per sempre.

Comino: da paradiso incontaminato a inferno turistico. La vendetta dell’isola maltese soffocata dal successo
I danni ambientali causati dal sovraffollamento
Ecosistema compromesso, fauna in fuga
Comino ospita un ecosistema delicatissimo: uccelli migratori, rettili endemici, piante rare. Negli ultimi anni, molte specie hanno abbandonato l’isola, disturbate dalla presenza continua e massiccia dell’uomo. Le scogliere, un tempo rifugio di falchi e gabbiani, ora risuonano di urla e musica.
Anche i fondali marini sono in pericolo: le ancore delle barche distruggono la posidonia, le immersioni non controllate spaventano la fauna ittica, e il traffico costante altera l’equilibrio della baia.
Rifiuti, plastica e degrado costante
Ogni sera, dopo che i turisti se ne vanno, Comino resta ferita. Bottiglie di plastica, resti di cibo, sigarette, cartacce: la spiaggia si trasforma in una discarica temporanea. Le pulizie, effettuate in fretta e solo in alta stagione, non bastano. Alcune zone dell’isola, un tempo intatte, oggi sono piene di rifiuti nascosti tra le rocce. I bagni chimici installati per i visitatori sono insufficienti e spesso fuori uso, contribuendo al degrado.
I residenti e gli ambientalisti alzano la voce
Non tutti stanno a guardare in silenzio mentre Comino si trasforma. Un fronte sempre più ampio di residenti, ambientalisti, biologi marini e amanti dell’isola si è unito per dire basta. Perché la bellezza va difesa, e a volte anche salvata da chi la ama troppo… o male.
“Salviamo Comino”: le petizioni e le proteste
Online circolano diverse petizioni che chiedono di limitare il numero di visitatori giornalieri sull’isola. Alcune raccolgono decine di migliaia di firme in poche settimane. Manifestazioni pacifiche sono state organizzate nel porto di Cirkewwa, punto di partenza per i traghetti verso Comino. Anche alcune celebrità locali e internazionali si sono espresse a favore di una regolamentazione più rigorosa. Il messaggio è chiaro: se non si interviene ora, potrebbe essere troppo tardi.
Le richieste alle autorità maltesi: limiti e tutela
Tra le proposte presentate al governo maltese ci sono:
- L’introduzione di un numero chiuso giornaliero di turisti.
- Il divieto di accesso alle imbarcazioni private in alcune baie.
- L’installazione di un centro di accoglienza ecologico.
- La designazione di Comino come riserva naturale integrale.
Queste richieste sono ora oggetto di discussione nel parlamento locale, ma incontrano la resistenza di chi vive di turismo e teme le ricadute economiche.
L’industria turistica si difende
Dall’altra parte della barricata c’è chi considera il turismo come la linfa vitale dell’economia maltese. Agenzie di viaggio, operatori marittimi, barcaioli, venditori ambulanti e ristoratori non vogliono perdere quella che, di fatto, è la loro principale fonte di reddito nei mesi estivi.
“Il turismo ci dà da vivere”: l’altro lato della medaglia
Secondo gli operatori turistici, la proposta di limitare gli ingressi sull’isola rischia di penalizzare ingiustamente chi lavora onestamente. “Noi non siamo il problema – dicono – il problema è la mancanza di infrastrutture adeguate”. In effetti, l’isola è priva di strutture di accoglienza organizzate: nessun centro informazioni, pochi bagni, nessuna gestione centralizzata dei flussi. Gli operatori propongono una regolamentazione condivisa, senza penalizzazioni unilaterali.
Soluzioni sostenibili o retorica del profitto?
Gli ambientalisti, tuttavia, denunciano che dietro queste difese si nasconde una retorica legata esclusivamente al profitto. “Non si può più parlare solo di guadagno – spiegano – bisogna guardare al lungo termine. Un’isola devastata non attirerà più turisti in futuro”. La sfida, quindi, è trovare un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale, una sfida che molte destinazioni nel mondo stanno cercando di affrontare.
Misure in discussione per il futuro dell’isola
Il dibattito politico e sociale ha portato sul tavolo alcune proposte concrete, che potrebbero cambiare radicalmente l’esperienza turistica a Comino e proteggere l’isola per le generazioni future.
Numero chiuso e tassa di accesso: proposte sul tavolo
Una delle idee più discusse è l’introduzione di un tetto massimo di visitatori giornalieri, prenotabile online, accompagnato da una tassa di accesso da reinvestire nella manutenzione dell’isola. Il numero chiuso sarebbe simile a quello già applicato in luoghi come le isole Eolie o l’Alhambra di Granada.
In alternativa, si valuta l’introduzione di fasce orarie di visita, per evitare i picchi di affollamento e distribuire meglio i flussi turistici.
Zone protette, guide locali e regolamenti rigidi
Altre misure includono:
- La creazione di percorsi guidati obbligatori per proteggere la flora.
- L’impiego di guide locali autorizzate per i tour.
- Il divieto di campeggio selvaggio e grigliate improvvisate.
- L’installazione di telecamere e postazioni per la raccolta differenziata.
In parallelo, si sta discutendo di rendere l’intera isola una zona a tutela speciale, con norme simili a quelle di un parco naturale.
Cosa possono insegnare Comino e la Blue Lagoon
Comino non è solo un caso locale. È un esempio perfetto – e drammatico – di quello che accade quando il turismo cresce troppo in fretta e senza regole. È un monito per tutte le destinazioni del mondo che stanno scoprendo la popolarità grazie ai social.
Un caso studio per il turismo sostenibile
Università e centri di ricerca stanno già studiando il caso Comino per trarne lezioni valide a livello globale. Le parole chiave sono: capacità di carico, gestione dei flussi, educazione del turista, responsabilità istituzionale. Serve un nuovo paradigma di turismo, più lento, consapevole e rispettoso. Il futuro delle destinazioni turistiche dipenderà dalla capacità di applicare questi modelli.
Come evitare che altri paradisi facciano la stessa fine
Le Maldive, Santorini, Bali, Capri… tutti luoghi paradisiaci minacciati da un turismo che li ama fino a consumarli. Comino mostra cosa accade quando si passa dall’overtourism alla rovina ambientale. Prevenire è meglio che curare: creare regolamenti chiari, coinvolgere le comunità locali, educare i visitatori prima che sia troppo tardi.
La responsabilità del turista moderno
In un mondo sempre più connesso e viaggiatore, il ruolo del turista è diventato centrale non solo nell’esperienza dei luoghi, ma anche nella loro conservazione. Visitare un luogo non significa soltanto ammirarlo, ma anche rispettarlo.
L’importanza del rispetto e della consapevolezza
Il comportamento individuale ha un impatto enorme, soprattutto in ambienti piccoli e fragili come Comino. Ogni bottiglia lasciata sulla sabbia, ogni urlo fuori luogo, ogni scatto fatto calpestando piante rare contribuisce a peggiorare la situazione. Il turista moderno deve assumersi la responsabilità del proprio passaggio. Serve più educazione ambientale, più sensibilizzazione, più empatia. Comportarsi da ospiti, non da padroni.
Le nuove generazioni sono già più attente: scelgono destinazioni eco-friendly, usano meno plastica, preferiscono strutture sostenibili. Ma serve uno sforzo collettivo per trasformare questa consapevolezza in norma e non in eccezione.
Viaggiare senza distruggere: è possibile?
Assolutamente sì. Viaggiare in modo sostenibile non significa rinunciare al piacere, ma aggiungere valore all’esperienza. Si può fare turismo rispettoso scegliendo periodi meno affollati, partecipando a visite guidate locali, acquistando prodotti del territorio, riducendo i rifiuti, e osservando – con discrezione – la natura. Chi ama davvero i luoghi che visita, li lascia come li ha trovati. O magari anche un po’ meglio.
Conclusione – Comino chiede giustizia
Comino non può parlare, ma manda segnali chiari. Le sue acque una volta limpide ora sono torbide, la sua vegetazione schiacciata, la sua fauna in fuga. Eppure, resta un luogo di bellezza sconvolgente, ancora capace di emozionare, ispirare e rigenerare. Ma serve un cambiamento, e serve ora.
Un’isola stanca che chiede di essere ascoltata
Comino è stanca. Non dei turisti, ma della mancanza di rispetto. Stanca della logica del “più siamo meglio è”. Stanca di essere trattata come uno sfondo da Instagram e non come un ecosistema vivente. È tempo di ascoltarla, di proteggerla, di darle voce.
Dal paradiso all’inferno… ma non tutto è perduto
La storia di Comino non è ancora finita. Le proteste, le petizioni, le proposte sono un segnale che qualcosa può cambiare. Ma dipende da tutti: dai governi, dagli operatori turistici, dai visitatori. Se vogliamo che questo paradiso torni a essere tale, dobbiamo imparare a guardarlo non solo con gli occhi, ma anche con il cuore.
FAQs – Domande frequenti su Comino e il turismo sostenibile
- Quante persone visitano Comino ogni giorno in alta stagione?
Fino a 6.000 turisti al giorno, soprattutto tra giugno e settembre. Numeri insostenibili per un’isola così piccola. - Esistono limiti di accesso già attivi per Comino?
Attualmente no, ma il governo maltese sta valutando l’introduzione di un numero chiuso e di una tassa ecologica. - È possibile visitare Comino in modo sostenibile?
Sì. Visitando in bassa stagione, evitando di lasciare rifiuti, scegliendo tour eco-responsabili e rispettando le regole ambientali. - Cosa posso fare come turista per aiutare l’isola?
Firmare petizioni, informarsi, scegliere operatori sostenibili, non usare plastica, non disturbare la fauna, e soprattutto: rispettare il silenzio e la bellezza del luogo. - Quali altri luoghi nel mondo affrontano problemi simili?
Maldive, Santorini, Bali, Machu Picchu, Venezia e le Cinque Terre sono tutte destinazioni alle prese con problemi di overtourism e stanno cercando modelli alternativi di gestione.