Economia

Pensione: dalla domanda al calcolo, tutto quello che c’è da sapere

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Gestione Ordinaria, Gestione Separata, trattenute IRPEF, addizionali regionali e comunali: sono tante le voci che possono modificare l’importo netto della pensione, ma non tutti sono a conoscenza del calcolo corretto o riescono ad applicarlo facilmente. Innanzitutto occorre distinguere il sistema retributivo da quello contributivo, che ormai è quello ufficiale dalla fine degli anni ’90. In precedenza, infatti, l’importo mensile alla fine della carriera lavorativa si calcolava basandosi sullo stipendio netto degli ultimi anni di servizio, mentre ora vengono presi in considerazione i versamenti all’Ente previdenziale (INPS) e l’età anagrafica. Partendo da tali presupposti, si può ad esempio utilizzare un calcolatore per la pensione tra i tanti reperibili online per conoscere l’importo che si andrà a percepire una volta terminata l’attività lavorativa.

IRPEF: quello che c’è da sapere

L’imposta sul reddito delle persone fisiche, il cui acronimo è appunto IRPEF, è una tassa fissa che lo Stato richiede in relazione al proprio reddito, che sia dato da stipendio o da pensione. Esistono degli scaglioni ben definiti che racchiudono le varie fasce di reddito, così da risultare sempre bilanciate: nel caso delle pensioni, è pari al 23% del lordo su 15 mila euro annue, del 38% fino a 55 mila con percentuali intermedie fino alla più alta, il 43% per importi pari o superiori a 75 mila euro l’anno.

Tali aliquote si applicano ai vari scaglioni di volta in volta, rendendo il calcolo manuale piuttosto complicato, per cui torna a essere utile affidarsi a un buon calcolatore online oppure a un professionista del settore, specializzato in pensioni.

Come è facile intuire, l’IRPEF è la voce che maggiormente andrà a inficiare sulla pensione netta al momento della richiesta, che di solito avviene non prima dei 62 anni compiuti, secondo la recente Legge Fornero e 41 di contributi versati.

Addizionali regionali e altre detrazioni

Le addizionali comunali e regionali variano, ovviamente, da regione a regione e anche a seconda dei comuni. Anch’esse sono comunque strettamente legate al reddito personale e di solito non superano mai un’aliquota pari al 33%. Se la tassazione inficia sulla pensione ridefinendola in difetto, vi sono però voci che possono compensarla: si tratta delle voci da portare in detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.

Si possono, infatti, dedurre spese mediche, familiari a carico (minorenni o invalidi), tutto ciò che concerne somme investite a livello di istruzione e persino ciò che riguarda gli ecobonus nell’ottica del risparmio energetico (ristrutturazioni o installazione di dispositivi dedicati).

Età pensionabile e variabili

La richiesta di andare in pensione prevede dei periodi predefiniti denominati “finestre”. Entro la fine dell’anno, ad esempio, si potrà ancora approfittare della cosiddetta Quota 100, grazie alla quale si potrà richiedere il pensionamento anticipato con 38 anni di contributi versati e almeno 62 anni compiuti d’età. Si sta vagliando anche la possibilità di introdurre una Quota 102, che porta la somma finale a contenere sempre 38 anni di contributi ma due anni di vecchiaia in più.

Oltre alla già citata Legge Fornero, comunque, vi saranno probabilmente altre forme di pensione anticipata riguardanti sia le donne che siano anche madri che gli uomini che svolgano lavori potenzialmente deleteri per la salute. Faranno parte di tali formule anche gli anni cosiddetti figurativi, ovvero quelli dedicati al servizio militare, oppure relativi a mobilità e maternità. La pensione di vecchiaia, o anzianità, normalmente si può percepire a 66 anni con 20 di contributi regolarmente versati e lavoro concernente la pubblica amministrazione.

Infine, una novità è rappresentata dall’APE, ovvero l’anticipo pensionistico, grazie al quale sono necessari almeno 63 anni di età compiuti, cui può fare seguito un prestito con tasso agevolato. Certo è, che in molti provvedono di frequente anche alla predisposizione di una pensione integrativa al fine di mantenere uno stile di vita adeguato in ogni caso, specie laddove si sia candidati alla pensione minima.

 

 

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