Formazione

Università, quali sono le lauree che “rendono” di più? Gli ultimi dati

Il sistema universitario e il mercato del lavoro da sempre sono connessi da un sottile filo rosso al fine di garantire un immediato inserimento nel mondo del lavoro. Per assicurare questa continuità, l’offerta formativa degli atenei è in costante cambiamento e ampliamento così da rispondere ad un mercato del lavoro sempre più esigente.

Basti pensare che negli ultimi due anni, a seguito della pandemia e della spinta verso una più incisiva digitalizzazione, abbiamo assistito alla nascita di nuove figure professionali che richiedono l’acquisizione di competenze ben specifiche, e ciò si riflette nella conseguente istituzione di nuovi corsi di laurea.

Ovviamente, non tutti gli indirizzi di laurea sono appetibili in termini remunerativi. Per questa ragione le matricole sono portate a chiedersi quale sia il miglior percorso di studi da intraprendere: quello in linea con le proprie passioni? Quello che garantisce una retribuzione alta? O magari riuscire a trovare una commistione tra i due, anche se raramente questo accade.

Quali sono le lauree più remunerative?

Secondo i dati del Rapporto Almalaurea 2022, si ritiene che tra le lauree più pagate, a cinque anni dal conseguimento del titolo, troviamo (con uno stipendio mensile netto di 1.893 euro) gli specializzati in STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics), ossia i laureati in Ingegneria industriale e dell’informazione, e a seguire abbiamo i laureati in informatica e tecnologie ICT con uno stipendio di 1.851 euro.

È proprio nell’ambito della “Digital Transformation” che la ricerca di personale sembra essere destinata a crescere. Si tratta di un cambiamento che non riguarda solo le professioni digitali ma anche il settore medico-sanitario, della mobilità e logistica, i settori avanzati e del turismo e ristorazione.

Coloro che conseguono una laurea nel campo dell’economia e commercio possono avere accesso a uno stipendio pari a 1.706 euro e i laureati in Medicina e Chirurgia a uno stipendio medio di circa 1200-1500 euro, per questo motivo il tasso di occupazione sembra essere superiore al 95%.

Quali lauree sembrano essere meno remunerative?

Al di fuori di queste tre categorie, le altre facoltà non sembrano essere in grado di potere garantire nell’immediato un salario alto, ma possiamo assistire ad una fase iniziale in cui si percepisce un compenso al di sotto dei 1.000,00 euro, per poi aumentare nel tempo, spesso a seconda delle competenze acquisite.

Troviamo i laureati in Matematica e Fisica, che registrano uno stipendio netto mensile di 900 euro, per coloro che decidono di intraprendere la carriera universitaria. Tuttavia, coloro che optano per l’insegnamento presso le scuole di istruzione obbligatoria lo stipendio medio può oscillare tra i 1.300 – 1.400 euro mensili.

A seguire abbiamo i laureati in Giurisprudenza con uno stipendio medio per i primi due anni di lavoro che può andare da 500 a 1400 euro al mese.

Per quanto riguarda i laureati in Biologia, Biotecnologie, Scienze biologiche e Naturali, sebbene siano figure professionali molto richieste rispetto al passato, per i primi due anni hanno uno stipendio medio di 880 euro al mese circa. A seguire, troviamo i laureati in Sociologia, Comunicazione e Psicologia che hanno uno stipendio medio, per i primi due anni di lavoro, di circa 800 euro al mese.

 

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