
Papiro Ebers è un manuale di 876 rimedi in cui sono descritti rimedi, malattie, sintomi, diagnosi e prescrizioni da seguire. Deve il suo nome a Georg Ebers, un egittologo tedesco che lo acquistò a Tebe tra il 1873 e il 1874.
A quando risale?
Il manuale si presenta come un rotolo di papiro della lunghezza di 20 metri e con un’altezza di 20 centimetri, suddiviso in più di 100 pagine, scritte nella forma corsiva del geroglifico. Sulla parte posteriore riporta una datazione che indica le coordinate della festa dell’anno nuovo.
In base all’indicazione di questo evento astronomico sono state formulate diverse ipotesi di datazione. Quelle che sembrano essere le più attendibili collocano il manoscritto tra il 1550 a.C. e il 1530 a.C. Attualmente si trova conservato all’interno della biblioteca dell’Università di Lipsia in Germania.
Si tratta di un documento etno-botanico di prestigio non solo perché ritenuto il più antico esistente al mondo, ma anche perché considerato uno tra i più lunghi papiri egizi e tra i più completi, in grado di mostrare in modo preciso e accurato i particolari della medicina dell’antico Egitto, sotto il regno di Amenofi o Amenhotep I (XVIII dinastia).
Il papiro venne ritrovato tra le gambe di una mummia nella necropoli di Tebe nel 1862. A scoprirlo fu un mercante e collezionista statunitense che nello stesso anno acquistò un altro papiro di 5 metri, che passò alla storia con il nome di “Papiro Edwin Smith”, conservato fino alla sua morte. Purtroppo Smith non sapeva leggere lo ieratico e non seppe mai di cosa si trattasse.
Conosceva bene lo ieratico il professore Erbes che comprò da Smith il papiro che oggi porta il suo nome. Erbes era un grande egittologo che scriveva romanzi a sfondo storico, che lo tradusse e pubblicò nel 1874. Ad oggi il Papiro Erbes rappresenta un prezioso materiale storico sulla pratica medica degli antichi egizi.
Che cosa riporta questo testo?
Si pensa che il Papiro Ebers fosse stato scritto intorno all’anno 1550 a.C. nella città di Tebe, in Egitto. Il papiro contiene al suo interno una racconta di rimedi e formule catalogate che descrivono non solo le malattie ma anche la sintomatologia, le diagnosi, i trattamenti, le prescrizioni, le preparazioni e le somministrazioni dei rimedi. Le ricette sono spesso accompagnate da riti magici, preghiere e incantesimi.
Nonostante ci fossero continui riferimenti alla superstizione e magia, il papiro possedeva già un’ampia cultura medica, portata avanti dalla pratica empirica e dall’osservazione. Il cuore, ad esempio era già considerato come il fulcro della circolazione sanguigna, responsabile della distribuzione di tutti i fluidi prodotti dal corpo: sangue, sperma, urina e sudore.
Alcune forme di malattie mentali come depressione o demenza venivano trattate come i comuni problemi fisici, perché riconducibili alle stesse cause o fattori scatenanti. Alcuni trattati contenuti nel papiro, affrontano anche tematiche come contraccezione e gravidanza, parassiti intestinali, problemi legati alla vista e ai denti, trattamenti di chirurgia di ascessi e tumori, fratture ossee, ustioni.
Come abbiamo detto, il papiro è scritto in “ieratico”, ovvero la lingua utilizzata dal clero a differenza dei “geroglifici” che venivano utilizzati dai potenti e il “demotico” riservato al popolo. Il manuale è suddiviso in sezioni, divise in paragrafi che descrivono circa 700 formule magiche, rimedi popolari per ogni tipo di malattia e infortunio.
Si parla di morsi di coccodrillo, unghie incarnate, diagnosi di gravidanza, cure per ascessi e congiuntiviti. Il papiro dimostra l’approfondita conoscenza della fisiologia umana da parte dei medici egizi, delle patologie, traumatologie, parassitologie e persino della psichiatria.
All’interno si trovano anche quantità innumerevoli di citazioni botaniche. Circa 900 erbe citate, alcune a noi conosciute a dimostrazione che le erbe sono famose da millenni. Per i medici dei faraoni ad esempio:
- il basilico funzionava bene per il cuore;
- la menta, l’aglio e il ginepro per la digestione;
- il sesamo calmava l’asma;
- il tamarindo e la senna erano dei potenti lassativi;
- contro il dolore era ottima la belladonna ed il papavero da oppio;
- contro le flatulenze erano indicati il cumino e il cardamomo;
- per la cicatrizzazione delle ferite si utilizzavano la curcuma e l’henné;
- per il mal di denti era indicata la mirra.
L’henné è uno dei 400 rimedi presenti tra piante, minerali e parti di animali che venne utilizzato per la creazione della raccolta ufficiale dei nomi dei farmaci contenuti nel papiro, di cui se ne indicano 7 tipi in base al luogo dove venivano raccolti e all’età della pianta. Le foglie seccate e polverizzate sono utilizzate nella cosmetica, in medicina e nelle cerimonie religiose dei musulmani.