Salute e benessere

Micobatterio tubercolare: come agisce? Quale terapia adottare contro di esso?

batterio

Il microorganismo responsabile della tubercolosi è il bacillo di Koch, il cui nome scientifico è Mycobacterium Tubercolosis. La tubercolosi è una patologia molto contagiosa che, nei casi in cui viene diagnosticata tardi o non adeguatamente trattata, può anche condurre alla morte.

Il nome di questo bacillo è stato scelto poiché fu proprio il medico tedesco Robert Koch ad individuarlo per primo, nel 1882. Si tratta di un batterio appartenente alla famiglia delle Mycobacteriacee e ha una parete cellulare complessa e ricca di lipidi.

Caratteristiche del Batterio di Koch

Il batterio responsabile della tubercolosi è un bacillo asporigeno, immobile e aerobio obbligato: significa che trae energia dalla respirazione e che quindi ha necessariamente bisogno di ossigeno per sopravvivere.

Ha una parete cellulare composta al suo 50% da lipidi. Questa è organizzata in diversi strati ed ha una ricchezza di composizione che gli conferiscono diverse caratteristiche. Innanzitutto ha un tempo di replicazione molto lento, dalle 12 alle 24 ore. Secondariamente, questa parete cellulare rende il bacillo resistente ai comuni detergenti, disinfettanti, all’alcol e all’essiccazione.

L’infezione

Nella maggior parte dei casi, l’infezione del bacillo di Koch si sviluppa a livello dei polmoni. Attraverso i vasi sanguigni e linfatici, però, può raggiungere anche ossa, cervello, occhi, cute e reni: in questi casi, si parla di tubercolosi extrapolmonari. La trasmissione avviene da un individuo all’altro con le goccioline di saliva emesse da un soggetto infetto, così come con colpi di tosse o starnuti. Si ritiene che un soggetto smetta di essere infetto dopo due settimane di terapia.

L’infezione porta alla formazione dei cosiddetti “tubercoli”, dei granulomi al cui centro c’è una necrosi caseosa circondata da cellule di Langhans, a loro volta circondate da linfociti T e plasmacellule. Questi granulomi si formano poiché il sistema immunitario non è in grado di eliminare l’agente patogeno e, per questo, crea degli involucri di tessuto al cui interno posiziona il bacillo, che è così isolato dal resto del corpo.

Una volta che i bacilli sono nei granulomi possono essere uccisi o, nella maggior parte dei casi, possono rimanere latenti per lunghi periodi. In questi casi, il paziente potrà risultare positivo per la tubercolosi anche a distanza di tempo, anche se non manifesterà sintomi e non sarà contagioso.

Cura e prevenzione della tubercolosi

Innanzitutto, è fondamentale riconoscere in tempo la malattia. I principi attivi spesso usati contro il bacillo di Koch sono l’isoniazide, la rifampicina e l’etambutolo. Altri farmaci molto scelti sono la rifabutina, la pirazinamide e la streptomicina. La prevenzione, invece, avviene mediante la somministrazione del vaccino BCG, costituito dal bacillo di Calmette-Guérin.

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