
Ci sono dei protagonisti della letteratura italiana che, una volta usciti da scuola, continuiamo a studiare e ad amare per la loro mente eccelsa e brillante. Uno di questi è senza ombra di dubbio Gabriele D’Annunzio, che a distanza di più di ottanta anni dalla sua morte continua a ricoprire un ruolo centrale nella cultura italiana. Ci sono cose che, però, in molti ignorano sulla figura di Gabriele D’Annunzio: curiosità, pettegolezzi e miti che ancora rivestono la sua persona con un’aura di mistero. Continuate a leggere per scoprire se li conoscevate già!
Gabriele D’Annunzio: vita privata e poetica
Gabriele D’Annunzio fu un uomo dalle mille sfaccettature, ma in ognuna di esse seppe infondere il suo pensiero, la sua eleganza e il suo spirito eclettico. Nacque a Pescara nel 1863 e morì a Gardone Riviera nel 1938, lasciandoci un immenso bagaglio in ognuna delle attività in cui si cimentò: scrittura, poesia, teatro, politica, giornalismo e molto altro ancora.
Fu anche parte attiva durante la Prima Guerra Mondiale, tanto da ottenere diverse onorificenze militari, tra cui la nomina a Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia e il titolo di Principe di Montenevoso.
Per la sua poesia, coniugata al suo impegno civile, fu soprannominato “il Vate”, e la sua influenza si ripercosse tanto sulla letteratura che sulla cultura di massa di tutta Italia, divenendo non solo uno dei principali esponenti del Decadentismo, ma creando una vera e propria corrente culturale che, successivamente alla sua morte, fu definita proprio come “dannunzianesimo”.
Gabriele D’annunzio: curiosità che non sapevate
- Una delle voci più diffuse sulla figura di questo poeta e scrittore è quella legata alla presunta rimozione di due costole per provvedere in modo autonomo a soddisfare i suoi desideri più intimi. In realtà, è una menzogna.
- Per via della sua bravura ed elevata, fu soprannominato il Vate, un appellativo di origine latina che veniva riservato ai poeti la cui opera era quasi profetica.
- D’Annunzio fece diffondere la voce della sua morte a causa di una caduta da cavallo per incrementare le vendite e la popolarità di Primo vere, la sua prima opera.
- Fu testimonial nella pubblicità dell’amaretto di Saronno e dell’amaro Montenegro e creò una sua linea di profumi, chiamata Acqua Nunzia. Praticamente, uno dei primi influencer italiani!
- All’età di cinquantadue anni si arruolò in qualità di Ufficiale nei Lancieri di Novara, reggimento dedicato ai piloti.
- Rimanendo in tema di volo, nel 1918 D’Annunzio sganciò 400 mila volantini su Vienna dall’aereo che pilotava nonostante una ferita all’occhio destro, per incitare i viennesi alla resa. Sui volantini sottolineava la non volontà degli italiani a combattere contro di loro (“Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne”), e incoraggiava la popolazione di Vienna ad abbandonare il conflitto pacificamente (“Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi”).
- “Tramezzino“, “scudetto”, “Vigili del Fuoco”… queste sono solo alcune delle parole coniate dal poeta e divenute poi di uso comune. Sua anche la creazione del nome dell’azienda dolciaria SAIWA (Società Accomandita Industria Wafer e Affini)e del motto tutt’oggi utilizzato in ambito militare e non, Memento Audere Semper (“ricorda di osare sempre”), coniata sulla base dell’acronimo MAS, relativo ai Motoscafi Anti Sommergibile.
- Il poeta era particolarmente avverso alla figura di Adolf Hitler, che definì “Attila imbianchino”, “pagliaccio feroce” e non in un ultimo “ridicolo Nibelungo truccato alla Charlot”.
- Il Vate aveva la fama di essere un grande amatore (è risaputo che molte donne lo corteggiassero), e di avere addirittura dato il compito a una delle sue cameriere, Amélie Mazoyer, di procurargli delle donne e, quando non fossero presenti, di appagarlo lei stessa.