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Bicchiere di vino: è davvero salutare uno al giorno? Perché?

La maggior parte degli italiani ha l’abitudine di accompagnare i pasti con il vino bianco o con quello rosso, anche a seconda della pietanza, e forte della convinzione, estremamente diffusa, che bere un bicchiere di vino ogni singolo giorno apporti dei benefici che giovano alla nostra salute. C’è un fondo di verità riguardo a questa credenza oppure no?

Il paradosso francese

Quella di bere regolarmente vino, anche una volta il giorno, non è un’abitudine contemporanea ma nasce a svariati millenni fa quando i romani avevano l’abitudine di mettere molto vino in tavola durante i loro banchetti. Allora, però, nessuno si era messo a fare degli studi per cercare di capire se, davvero, bere un bicchiere di vino ogni giorno può far bene alla nostra salute. Questo è avvenuto nel XX secolo quando gli studiosi hanno cominciato a cercare delle prove che spingessero in una direzione piuttosto che in un’altra. L’esempio più lampante, tuttavia, non è avvenuto che negli anni Sessanta quando in Francia – Paese che, in termini di produzione di vino, può sfidare solo l’Italia – si sono resi conto che il livello di morti causate dalle cardiopatie ischemiche era fra i più bassi tra quelli dei Paesi sviluppati partecipanti allo studio. A cosa si doveva la scarsità in questo tipo di decessi? Ecco che è nato quello che è diventato conosciuto come  “lo studio dei sette Paesi”,   che sottolineava anche come la dieta dei francesi comprendesse una quota di grasso animale più o meno simile a quella degli altri Paesi d’Europa nei quali, però, erano registrate molte persone decedute per una malattia coronarica, o che comunque ne avevano sofferto.

Nel 1991 quello che ormai era diventato conosciuto con la definizione de “il paradosso francese”, ha ricevuto un’ampia copertura mediatica quando la CBS, celebre canale televisivo americano, ha dedicato un intero servizio all’argomento (sono stati proprio loro a coniare questa definizione). L’anno seguente, due studiosi dell’Irsen di Lione resero noto, tramite una pubblicazione, come il famoso paradosso potesse avere una spiegazione e questa stava proprio nel consumo di vino.

Lo studio MONICA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha condotto uno studio, chiamato MONICA, concentrato proprio sulle malattie cardiovascolari, sui quali gli studiosi hanno lavorato negli anni successivi alla diffusione de “Il paradosso francese”. Questo studio identifica una differenza fra la mortalità cardiovascolare in Francia e quella in altri Paesi molto meno spiccata di com’era stato riportato nel primo studio. Sembra che la dieta mediterranea contribuisca alla riduzione del numero di persone che muore per questa causa, rispetto al numero riportato dagli altri Paesi partecipanti allo studio. Ecco che anche il vino viene inserito nella dieta mediterranea e, proprio come sembrano voler dimostrare vari studi che si sono intervallati nel corso degli anni successivi, pare proprio che il vino contribuisca al benessere della persona.

Il vino previene le malattie cardiovascolari

Se proprio dobbiamo trovare un unico beneficio del bere regolarmente il vino è quello che esso previene le malattie cardiovascolari e, su questo punto, tanti studiosi sono d’accordo. Un’altra scoperta, arrivata pochi anni dopo, è quella inerente alla cosiddetta J-curva che sostiene proprio come bere in maniera moderata possa portare con sé dei benefici mentre come farlo in maniera eccessiva, o addirittura perché vittime di una dipendenza, può essere estremamente pericoloso.  Sembrerebbe che il vino faccia bene anche al cuore e contenga molti ossidanti (per via dell’uva rossa). Qual è la quantità “giusta” da consumare al giorno? Secondo gli studiosi, essa è di un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini.

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